Socio fondatore - La frase che descrive al meglio chi sono: un patologico curioso. Direi che questo è il mio ritratto in breve.
Guardo, osservo, penso e chiacchiero. In quanto curioso non posso esimermi dal parlare e condividere con altri ciò che vedo. Mi piace la condivisione, lo scambio di idee e le conversazioni fino a tarda sera, non troppo tardi poi mi addormento. Il tutto accompagnato da un buon bicchiere coadiuvante del pensiero. Ho scelto da qualche anno di raccontare il mondo intorno a me attraverso la macchina fotografica. L’immagine è lo strumento a cui mi sono affidato, il reportage è la mia passione. Cerco le storie quotidiane delle persone e nella normalità vedo vite affascinanti. Mi interessano le basi fondanti della nostra società e cerco il perchè delle cose, è un’ossessione, sono sempre con il naso per aria ad osservare cosa accade. Penso che le persone che quotidianamente vivono la propria esistenza creano la realtà che viene poi governata da altri. Io voglio conoscere quelle persone.
Il mio obiettivo è ridurre ai minimi termini la realtà per raccontare l’essenziale. E’ solo in questo modo, dal mio punto di vista, che posso capire cosa accade a livelli superiori. Il fotografo di reportage è spesso, giustamente, associato al fotografo di guerra o di drammi; rispetto chi riesce a raccontare il dolore, non è da tutti, sono persone che affrontano le proprie paure tutti i giorni per permettere al mondo di capire. Io preferisco raccontare il tempo ordinario. Questa è la strada che sto percorrendo e che cerco di affrontare al massimo delle mie capacità.
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LA PASSIONE COME FILOSOFIA DELLA PROPRIA ARTE
Per lei la fotografia è un mezzo per esprimere ciò che non si vede, per raccontare ciò che si sente e per immaginare ciò che non esiste.
Non sono quindi mere rappresentazioni della realtà quelle che mette in scena l’artista con le sue opere, ma sono un’alterazione della scena reale, associazioni e sovrapposizioni di oggetti che vanno oltre la semplice somma di elementi diversi per rappresentare quanto il tutto sia più grande delle parti. Lei utilizza la fotografia per esprimere il suo pensiero e raccontare le sue emozioni.
Nata a Lucerna (Svizzera) nel 1967. Vive e lavora a Brescia. Da sempre presenta una naturale propensione per le arti e si interessa a tutto ciò che è attinente a una qualche forma artistica (musica, danza, disegno, fotografia). Dal 2011, innamorata della fotografia, dopo aver frequentato il corso di fotografia allo IED Istituto Europeo di Design di Torino, la sua passione esplode fino ad occupare tutto il suo tempo libero. Nel 2012 si avvicina per la prima volta al primo circolo fotografico (il Circolo fotografico Lambda) con l’obiettivo di condividere la sua passione con altri fotografi e approfondire gli argomenti relativi alla fotografia. Nel 2015 è stata selezionata per Florence Biennale, la Biennale Internazionale d'Arte Contemporanea di Firenze durante la quale si è aggiudicata il terzo premio per le arti digitali. Ha partecipato a numerose esposizioni collettive e personali in varie città italiane ed estere trale quali: Brescia, Milano, Venezia, Bologna, Roma, Firenze, Reggio Calabria, Salerno, Lucca, Parigi (Francia) Porto (Portogallo). Nel 2017 pubblica il suo primo libro fotografico in edizione limitata sul progetto "Ditegli che sto arrivando”
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Socia fondatrice - Laura Predolini nasce nel 1967 a Brescia, dove vive e lavora.
Scopre la fotografia negli anni ‘90 durante i numerosi viaggi in Asia. L’occasione per approfondire la tecnica fotografica le si presenta con le Olimpiadi di Torino del 2006 anno in cui inizia una collaborazione con l’hair stylist di fama internazionale Franco Curletto che la conduce in breve tempo alle sfilate moda-donna di Milano e Parigi. Ha esposto in Italia in diverse mostre personali e collettive. Il suo stile è legato prevalentemente alla fotografia “rubata”, a volte scattata senza guardare nel mirino. L’istinto che caratterizza i suoi scatti e il suo carattere tende alla rappresentazione dell’attimo reale senza costruire nulla, fissando nell’immagine quel preciso istante altrimenti irrecuperabile. Ha fotografato le ultime due edizioni della Paralimpiadi e mostrato il suo lavoro in molte mostre. Nel 2010 ha fatto un primo libro fotografico "Face the Fight" con Emanuele Broli su Giochi Paralimpici Invernali di Vancouver. Nel 2013 ha pubblicato con Emanuele Broli e Marco Ciccolella il secondo libro fotografico "Rise again" reportage fotografico sulle Paralimpiadi di Londra.
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