Arles Les Rencontres De La Photographie - seconda parte

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Autrice: Natalia Elena Massi - www.nataliaelenamassi.com

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PIXY LIAO – Una relazione sperimentale

Pixy Liao con il suo modo così diretto ha provocato in tutti noi forti sentimenti. Immagini incredibili che solleticano la nostra attenzione. 
Il progetto fotografico a lungo termine di Pixy Liao “Experimental Relationship” sfida le idee convenzionali delle dinamiche di genere. 
Pixy Liao è un esempio della una nuova generazione di artisti che sperimenta le possibilità della ritrattistica e della fotografia. Il suo progetto ancora in corso è iniziato nel 2007. 
Le opere, che descrivono una moderna relazione, emergono dalla sua esperienza personale e dal suo spazio intimo, ma tengono conto delle pressioni socioculturali, delle questioni di nazionalità in un mondo globalizzato e delle dinamiche dei ruoli di genere, significativi sia nel contesto cinese che a livello internazionale.
In questo lavoro, mette in scena fotografie con il suo ragazzo giapponese, Moro, per esplorare come la cultura nazionale influenza e detta le interazioni in una relazione romantica.
Con le sue immagini costringe lo spettatore a mettere in discussione il suo sguardo e a prendere parte all'esibizione della coppia che sembra continuare molto dopo che la foto è stata scattata e appesa al muro. Ogni scena, messa in scena meticolosamente per fare riferimento ai gesti normativi della cultura visiva o delle tendenze socioculturali, diventa attiva quando noi, gli spettatori, interagiamo con essa, impregnandola del nostro pregiudizio individuale, privato, culturale e di genere.
   

WALLS OF POWER – Barriere costruite dall’uomo attraverso l’Europa

Un lavoro toccante, un progetto realizzato da diversi fotografi che ci fa riflettere fortemente su quanto i confini territoriali siano barriere anche fisiche che molti vogliono, ancora oggi, mantenere.
Tendiamo a vedere la cultura europea come aperta e accogliente. Ciononostante, negli ultimi anni abbiamo visto barriere alzarsi in tutto il continente.
Attraverso la fotografia documentaristica contemporanea, la mostra indaga muri, recinzioni e l'ambiente circostante; in particolare, quelli eretti da qualsiasi autorità europea e ancora in piedi oggi per vietare alle persone di lasciare o entrare in determinate società civili.
Sebbene ci siano esempi primari di muri di ogni genere in giro per il mondo, questa selezione si concentra in un solo continente (l’Europa) per mostrare la diversa stratificazione delle recinzioni europee. 
La mostra fotografica di gruppo differenzia tre tipi di pareti in base al loro scopo: Mura di influenza, Mura di segregazione e Mura di migrazione.
 
Frankie Quinn, from the Peacelines I series, North Belfast, 1994. Courtesy of the artist. Sergi Cámara, The Wall of Europe, Spain, 2014. Young Africans trying to climb the double fence that separates Africa from Europe, near Beni Enza on the border of Spanish exclave Melilla in March 2014. After spending several hours on top of the fence the Spanish security forces forced them back to Morocco. Courtesy of the artist.
Immagini dallo spazio espositivo Immagini dallo spazio espositivo
Immagini dallo spazio espositivo  
 

HELEN LEVITT

Ispirata dalle opere di Henri Cartier-Bresson, Helen ha iniziato a fotografare la vita di strada nei quartieri poveri della sua nativa New York con una fotocamera Leica da 35 mm.
Alla fine degli anni '30, le sue immagini iniziarono ad apparire su riviste come Fortune e PM.  
Contrariamente all'intenzione del fotogiornalismo tradizionale di documentare l'ingiustizia sociale per scopi politici, Helen considerava la fotografia una forma di espressione artistica che le consentiva di fondere la vita quotidiana con una comprensione estetica personale. Con un occhio per i dettagli comici, ha scattato foto di persone in pose dinamiche, trasformando così le scene di tutti i giorni in uno spettacolo teatrale. 
Influenzata dalle commedie slapstick, (abbreviazione di slapstick comedy, è un sottogenere del film comico nato con il cinema muto in Francia nei primi del Novecento e sviluppatosi negli Stati Uniti negli anni venti, fondato su una comicità elementare che sfrutta il linguaggio del corpo e si articola intorno a gag tanto semplici quanto efficaci) Helen cattura i suoi protagonisti in pose bizzarre e divertenti. Non sono alienati dal loro ambiente ma, al contrario, occupano attivamente lo spazio urbano. Molte delle 130 fotografie in mostra vengono mostrate qui per la prima volta, dandoci una visione d'insieme del lavoro della Levitt, dimostrando il suo sviluppo da fotografa di strada a cineasta e fotografa a colori.
 
Helen Levitt, - New York, 1980. - Private collection. Film Documents LLC/Courtesy Thomas Zander Gallery, Cologne. Helen Levitt, - New York, 1940. The Albertina Museum, Vienna. Permanent loan of the Austrian Ludwig Foundation for Art and Science Film Documents LLC/Courtesy Thomas Zander Gallery, Cologne
 

VALÉRIE BELIN – Painted Lady

Valerie Belin è nata nel 1964 in Francia. Oggi vive e lavora a Parigi. Le sue opere sono esposte in tutto il mondo e sono conservate in molte collezioni pubbliche e private.
Painted Lady è il lavoro che ci presenta. Sono ritratti che catturano l’attenzione per la loro forza espressiva.
Le giovani donne in questi ritratti potrebbero facilmente essere celebrità della vita reale ma sono, in effetti, immaginarie, figure archetipiche che hanno origine nella visione dell'artista e create dal volume espressivo dei volti accentuati dalla "pittura fotografica". È come se il l'artista, riflettendo su "l'essenza stessa della vita", aveva deciso di produrne una rappresentazione pittorica attraverso l'accumulo di piccoli tocchi.
Gli interventi dell'artista sul modello prima dello scatto della fotografia, tramite l'applicazione del trucco, e dopo la fotografia, attraverso l'elaborazione digitale dell'immagine, fanno tutti parte dello stesso processo creativo che dà all'immagine il suo aspetto pittorico. Non possiamo dire se il risultato è una fotografia dipinta o un dipinto fotografato. Questo interrogativo sulla natura dell'immagine, sul processo coinvolto e su ciò che stiamo osservando crea un senso di incertezza o disagio. Questa nuova serie si presenta come una serie di immagini contemporanee, realizzate nell'era digitale. Rivela la domanda ricorrente delle relazioni tra fotografia e pittura, figurazione e astrazione, realtà e finzione.
 
Valérie Belin, Lady_Stripes, 2017. Courtesy of Galerie Nathalie Obadia, Paris, Bruxelles. Valérie Belin, Lady_Stroke, 2017. Courtesy of Galerie Nathalie Obadia, Paris, Bruxelles.
Martin Parr davanti ad un'opera di Valérie Belin  


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