Autrice: Natalia Elena Massi
22 gennaio 2022 - Iseo (BS). Ho passato la mattina con alcuni cari amici a visitare questa splendida esposizione presso la
Fondazione l’Arsenale di Iseo, uno spazio espositivo nel cuore del centro storico di Iseo che ospita mostre ed eventi culturali. Tre artiste contemporanee dialogano all’unisono con i rispettivi lavori.
Vi consiglio una passeggiata nella splendida Iseo con l’obiettivo di visitare questa esposizione sapientemente curata da
Melania Raimondi e
Camilla Remondina di
ACME Art Lab.
La collettiva riunisce tre artiste contemporanee emergenti che operano prevalentemente sul territorio bresciano dove si sono formate:
Valery Franzelli (Chiari, 1998),
Serena Nicolì (Varese, 1985) e
Valentina Regola (Brescia,1995).
Sin dal titolo si evince che la mostra /biàn•co/, tratta i temi dell’
uso e della simbologia del colore bianco e, allo stesso tempo, dell’importanza della parola come mezzo per veicolare pensieri ed emozioni.
Fin dall’antichità, attraversando luoghi, culture e religioni differenti, questo colore ha portato con sé vari significati contrapposti sia positivi che negativi, dal lutto alla nascita, dal vuoto all’opportunità. Nella filosofia orientale il bianco, e quindi il vuoto, è considerato uno spazio ricco di possibilità, una tela bianca pronta a mostrare l’essenza immateriale delle cose attraverso l’esperienza estetica, spirituale e sensoriale, mentre nella cultura occidentale è associato al nulla, diventando anche motivo di angoscia, un ostacolo non dissimile alla sindrome della pagina bianca.
La ricerca di Valery Franzelli, Serena Nicolì e Valentina Regola è infatti
accomunata dall’uso frequente e preponderante del bianco in tutte le sue sfumature di colore e significato.
Valery Franzelli riflette sul vuoto come spazio libero da preconcetti e limiti formali, generatore di opportunità. Infatti nelle opere
Grido,
Ombra,
Profondo e
Scrigno il foglio apparentemente bianco, grazia alla luce di Wood che lo illumina, rivela un significato più profondo e complesso di quanto possa sembrare ad un primo sguardo. In
Oblio la carta, comunemente usata come supporto, diventa assoluta protagonista: si tratta essenzialmente di un foglio bianco, che deve essere ancora riempito, ma allo stesso tempo carico di parole, storie e pensieri appartenenti a pagine già scritte.
Valery Franzelli,
Oblio, 2021
Carta riciclata
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Furono colori i bianchi,
furono ombre i neri,
Da me fuggono i ricordi
Mi vedo già dimenticata.
Il letto conserva tutto.
Accetto di nuotare
Non sapendo guardare in fondo. |
Rimango qui, in attesa
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Valery Franzelli,
Profondo, 2021
Scrigno, 2021
Ombra, 2021
Stampa inkject su carta, inchiostro invisibile, luce di Wood. |
Custodisco ciò a cui più tengo,
lo nascondo al mondo, lo nascondo a me stessa.
Attendo nel mio spazio,
mi ovatto, non sento.
Rifugio come spazio felice.
rifugio come culla.
Culla come casa.
Mi cullo, mi cullano?
Mi lascio cullare. |
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Se Franzelli sperimenta il mondo del possibile Valentina Regola esplora quello dell’immaginario, nella serie degli
Anticariati oggetti recuperati dal passato assumono altre sembianze cambiando la loro percezione mediante l’uso del colore. La stessa metamorfosi avviene in
Quando mi ritrovai dove l’elemento dello specchio viene alterato a seconda delle emozioni provate dall’artista nel ,omento dell’atto creativo e permette a chi guarda di scoprire una nuova consapevolezza di sé.
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Valentina Regola.
Trappist-1 (V2) 2022
Vasi in terracotta, vernice spray bianca opaca, finitura docerativa ad effetto metallico, pennarello indelebile oro.
Reggon l’un l’altro per salire a le stelle
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Valentina Regola
La barca a vento, 2022
Barca a vela. Vernice spray bianca opaca
Una cornice che apparentemente mente. 2021
Cornice, pirografo, acrilico bianco
Una Foglia di candelabro, 2021
Candelabro di ferro, candela, pirografo, acrilico bianco
O carie, consumate tutte le cose, scure e olorose, scavate tutte le cose come i duri denti della vecchiezza, a poco a poco, con lenta impazienza
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Valentina Regola
Quando mi ritrovai, 2022
Specchi, tessuti, vernice flatting, carta, acrilico bianco e oro
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Mi sono spiata per trovarmi e ripartire,
scontornando il tempo come i sogni,
mi sono guardata piangere in uno specchio vuoto,
mi sono vista quanto ero,
Mi sono vista di fronte che tornavo.
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Infine
Serena Nicolì, la cui ricerca
indaga il mondo dell’interiore e della relazione con sé stessa e con l’altro attraverso l’analisi autobiografica, utilizza il bianco per la sua peculiare caratteristica di purezza come in
Amore sprecato, un candido fazzoletto di famiglia su cui l’artista ha ricamato una poesia utilizzando i propri capelli; altre volte si contrappone all’idea di mancanza propria del colore rivisitandolo in una dimensione spaziale con
120 fiori .
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Serena Nicolì
Dilania, 2021
Rete metallica, vernice, corde
Intrecciare tramando
itinerari esistenziali.
Oltre il legame,
lacerare sciogliendo
possibili evoluzioni. |
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Serena Nicolì
Amore sprecato, 2022
Telaio da ricamo, tela di cotone, capelli
Cuci le tue trame,
assapora ciò che non è stato
di vita, di sesso, di sangue.
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Serena Nicolì,
Secreta, 2021
Stampe Fine Art ai pigmenti su Hahnemüle, photo rag metallic 100% cotone 349 gsm, plexiplass specchiati, lacrime su disco in rame, lente d’ingrandimento.
Quella goccia
che ben pianta
allor cela
universi di bellezza.
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Un’ altra
tematica che lega e rende affini le tre artiste emergenti è l’uso accorto della parola, ricercata e scelta con cura come si trattasse di un vero e proprio componimento poetico, all’interno dei propri lavori, per questo motivo
ogni opera in mostra è accompagnata da una breve composizione che evoca emozioni e suggerisce parzialmente una possibile interpretazione dell’opera, lasciando comunque
all’osservatore la libertà di lasciarsi trasportare dai propri pensieri. Come queste suggestioni scritte anche
la quasi totalità delle opere esposte è stata realizzata ad hoc per la mostra in linea con il progetto Artiste contemporanee voluto dalla Fondazione per valorizzare giovani artisti emergenti.
L’esposizione è visitabile fino al al 27 febbraio 2022.
Fotografie di Natalia Elena Massi e Simone Matti